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martes, 7 de febrero de 2012

EN ITALIA........expo sobre los Etruscos


Dopo quasi cinquant’anni, il Piemonte torna ad ospitare una grande mostra dedicata agli Etruschi, anello culturale di congiunzione tra il Mediterraneo e l’Europa celtica. “ETRUSCHI. L’ideale eroico e il vino lucente” svelerà al pubblico una preziosa selezione di manufatti etruschi e greci poco conosciuti, provenienti dalle principali collezioni etrusche italiane, tra cui quella dei Musei Vaticani. L’esposizione, curata da Alessandro Mandolesi e Maurizio Sannibale, è voluta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, con il sostegno scientifico con i Musei Vaticani, la collaborazione della Regione Piemonte e il contributo, con importanti prestiti, di importanti istituzioni museali e culturali italiane.

L’evento sarà inaugurato sabato 17 marzo 2012 e ospitato, fino al 15 luglio, ad Asti, presso Palazzo Mazzetti. La scelta di Asti come sede della mostra non è casuale: infatti, sarà esposto in anteprima l’elmo crestato villanoviano in bronzo, occultato per secoli nelle acque del Tanaro e scoperto alla fine del XIX secolo. L’elmo simboleggia il primo contatto tra gli Etruschi e la civiltà della vallata del Tanaro e offrirà un punto di partenza per approfondire i contatti più antichi tra il Mediterraneo orientale e greco e l’Occidente etrusco, con inevitabili riflessi nell’Italia settentrionale e nell’Europa celtica. I poemi di Omero saranno il filo conduttore che accompagnerà i visitatori lungo la prima parte dell’esposizione, nello stesso modo in cui gli stessi racconti trasmisero nuovi ideali di vita alle aristocrazie italiche e etrusche.

L’elmo di Asti è databile all’inizio del primo millennio avanti Cristo e risale al periodo villanoviano, civiltà italiana dell’età del Ferro in cui riconosciamo i primi Etruschi, rappresentata dal rito funerario crematorio e dalla forte prerogativa guerriera dei personaggi di potere. Vicino ai guerrieri villanoviani – contraddistinti da armi e accessori legati al possesso del cavalo – compaiono le mogli, qualificate dal cinturone di bronzo, lavorato finemente, dagli ornamenti personali e dal fuso, simbolo della signora filatrice. La bevanda preferita da queste antiche famiglie è un tipico vino italico ottenuto già nell’età del Bronzo dalla vite vinifera silvestre e bevuto in grosse tazze d’impasto.

I contatti con l’Oriente, allacciati attorno al secolo VIII avanti Cristo, portò sulle tavole della nobiltà etrusca nuovi contenitori e vasi, e la moda di consumare vino raffinato. Le famiglie più importantisi legano strettamente con i Fenici e i Greci, tanto da assimilare alcune tematiche figurative e modelli culturali. Con l’avviamento alla scrittura e la diffusione di una nuova maniera di banchettare e di un’eroica ideologia funeraria, nasce un nuovo stile di vita aristocratico che cambierà profondamente l’aspetto della società italica.

L’esposizione si divide in due sezioni. La prima racconta l’importazione dell’ideale eroico e dei costumi omerici in Etruria, per mezzo di una serie di tematiche – mito, commercio, atletismo, cura del corpo, oplitismo, costume – che contraddistinguono le prime fasi della cultura etrusca. Con la diffusione dei poemi omerici nella penisola italiana cambia l’autorappresentazione dei personaggi più autorevoli della comunità etrusca che ora perseguono l’ideale del principe-eroe e si qualificano, oltre che per l’abilità militare, anche per le grandi ricchezze accumulate e le usanze cerimoniali.

La seconda parte della mostra si apre con il banchetto, nelle sue varie rappresentazioni: servizi di pregio, suppellettili e suggestive immagini di scultura e pittura illustrano la pratica del banchetto tra gli Etruschi. Questo tema è illustrato dalla ricostruzione originale di una sepoltura a camera dipinta, con una bellissima scena conviviale del secolo V avanti Cristo, che offre ai visitatori la possibilità di ammirare un ambiente affrescato. Inoltre, per la prima volta dopo il ritrovamento ottocentesco, si potrà visitare riunificato il sarcofago dei Vipinana da Tuscania, con la rappresentazione del defunto gozzovigliante sul coperchio e l’immagine del mito di Niobidi sulla cassa.


La mostra si chiude con una rarità espositiva: un omaggio al rapporto tra Etruschi e Savoia e al gusto artistico all’etrusca diffuso in Europa tra XVIII e XIX secolo. È, infatti, esposto il lussuoso gabinetto etrusco del Castello di Racconigi, voluto da re Carlo Alberto.
 
www.etruschiadasti.it.
Palazzo Mazzetti: www.palazzomazzetti.it.
autore dell'articolo, MARTINA CALOGERO.

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